Baghén*

Adesso dobbiamo morire tutti di influenza suina (ammesso che il nome venga confermato). Che poi non si è capito se oltre alle persone stanno male pure i maiali o se fanno solo gli ignoti vettori.

In poche ore si è subito scatenata la corsa numero: il giornalista che lo dice più grosso è più figo, se fossi un giornalista direi "10.000 morti in Messico per influenza suina". Che poi, parlando di Messico, non si saprà mai quanti morti muoiono per l'influenza suina, quanti per cagotto inarrestabile e quanti per mal di denti. Si muore per delle sciocchezze in Italia, cosa pretendiamo dalla sanità messicana?

Adesso ci sarà pure da trattare con le case farmaceutiche. I vaccini contro la Sars, acquistati frettolosamente e senza motivo dall'allora ministro della sanità Francesco Storace, sono ancora in garanzia? Vale la clausola del soddisfatti o rimborsati? Li possiamo restituire in cambio dei vaccini contro l'influenza suina? C'è da pagare una differenza? Queste sono le infomazioni di cui abbiamo bisogno! Che ce frega dei messicani! Noi vogliamo sapere come buttare via i soldi italiani!



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* Per i riminesi: il "baghén" è quello che voi chiamate "bagoin".

Voglia di lavorare (2)

Termino il racconto del corso di formazione per apprendisti mantenendo lo stesso titolo anche se stona con quanto sto per raccontare. La seconda e la terza lezione non sono state così pallose come l'organizzazione aziendale: fortunatamente riguardavano settori in cui la mia ignoranza non ha limiti.

La seconda lezione del corso riguardava il Diritto del Lavoro, materia sì economica ma molto più interessante rispetto l'organizzazione aziendale. Questa volta non avevo il quaderno per gli appunti, stessa situazione per gli altri. Il docente ci invita a prendere appunti distribuendo fogli e penne. Effettivamente scrivere qualche appunto aiuta a passare il tempo. Alla mattina si sente la necessità della pausa; al pomeriggio nonostante siano state promesse due pause nessuno sente la necessità della seconda.

La terza lezione del corso ha riguardato la Sicurezza sul Lavoro partendo dal famigerato DLgs.81/2008 che sostituendo la legge 626/94 sta distruggendo le aziende agricole italiane ma, molto probabilmente, aiuterà in maniera non determinante a ridurre il numero di incidenti sul lavoro fuori dal settore agricolo. Dopo la descrizione della parte legislativa si passa alla teoria della pratica. Tutte cose molto interessanti: ad esempio non mi sarei mai immaginato che un estintore a polvere di quelli da ufficio durasse meno di 10 secondi e che non è consigliabile interrompere il getto a causa del rischio di intoppamento dell'estintore. Roba che in caso di incendio rimani pure deluso dalle prestazioni del tanto fidato e sopravalutato estintore. Poi tante informazioni utili sulla postura e sull'arredamento dei luoghi di lavoro: incredibilmente il mio ufficio disposto a mio piacimento rispetta perfettamente le normative... che intuito!

Al contrario della prima lezione, sono uscito soddisfatto dalle ultime due. Felice di avere avuto quest'occasione di apprendimento. Quasi meglio del lavoro.

Archeologia di questo sito

Scrivendo nei giorni scorsi più volte la parola viola mi è venuto in mente che un violetto sbiadito era stato per lungo tempo il colore dominante di questo sito.

Grazie al sito http://www.archive.org/ sono riuscito a recuperare due versioni del sito relative al 2004 che già contenevano alcuni elementi del layout attuale.

Mi spiace molto non essere riuscito a recuperare le versioni precedenti... peccato ci saremmo fatti ancora più risate. Per le versioni precedenti mi affido ai ricordi. La prima versione aveva lo sfondo giallino con il menù azzurrino posizionato a sinistra all'interno di un frame; se mi ricordo bene, le voci del menù erano all'interno delle nuvolette... Le versioni successive erano combattute da colori forti e da colori sbiaditi: dal blu scuro ad un semplice bianco e nero con tonalità di grigio. Volendo dare una maggiore professionalità al sito sostituii la foto del mio gatto con la mia che poi, per evidenti motivi, sostituii con la bandiera della pace.
Mi ricordo che un giorno decisi il colore ufficiale: un azzurrino a metà via tra la maglia del Napoli e quella della Lazio; poi un commento mi raggelò il sangue: "il tuo sito emette freddo, quell'azzurro è troppo glaciale". Dopo poche ore da quel commento l'azzurro venne sostituito dal violetto sbiadito: un po' meno freddo.

Le variazioni di stile erano all'ordine della settimana e molto sofferte. Basti vedere quest'altra versione, nata a pochi mesi dall'immagine in alto che spostava il menù dall'alto, posizione che ho poi ripreso, verso il lato sinistro:



Il contenuto della prima pagina è sempre stato un grosso problema. Oltre la foto del gatto o del mio faccione, non c'era altro se non un elenco di redirect e un link al mio indirizzo email (all'epoca non conoscevo il problema spam). Tenevo già un log delle mie attività in un'altra pagina (era più che altro un log dei risultati universitari) ma non avevo pensato di metterlo nell'homepage.

Poi comparirono le piattaforme che offrivano i blog: prima un tentativo malriuscito con Splinder; poi un tentativo di autocostruzione di un blog (PHP + MySQL) ben riuscito ma limitatissimo nelle funzioni; infine l'integrazione di Blogger col sito che nel frattempo era passato al nuovo layout di colore verde e con gli stoppioni nel banner in alto. Il resto è storia attuale...

10/04/2009

I tre articoli sottostanti vanno letti in ordine inverso rispetto a come appaiono. Rappresentano un resoconto commentato della giornata di ieri passata tra l'IKEA di Bologna e l'outlet di Castel Guelfo. Ecco l'ordine di lettura:

Viola

Questo articoletto segue quello riguardante il mio secondo viaggio all'IKEA. Durante il viaggio di ritorno ci siamo fermati all'outlet di Castel Guelfo (uscita A14 di Castel San Pietro) con lo scopo di farmelo vedere per la prima volta.

Al di là dei prezzi folli nonostante gli sconti del 40% (una camicia 100€ scontata costa 60€: troppo per chi è abituato a spendere al massimo 9.99€) ho notato una prevalenza del colore viola in varie tonalità. Ogni vetrina presentava almeno un prodotto viola. Scarpe di tela viola, jeans viola, camicia viola, maglioncino viola, cravatta viola e ovviamente una giacca viola. Sarà anche di moda, ma ieri sembrava di essere a casa di Joker... Mi chiedo se il viola, colore notoriamente sfigato, è diventato di moda per rispecchiare la situazione attuale dell'Italia condivisa fra crisi globale e terremoto...

Per concludere, una nota curiosa: all'interno del Castel Guelfo Outlet c'è anche un negozio della Lindt: in un outlet della cioccolata cosa c'è? Cioccolata andata a male? La cioccolata scrostata dai macchinari? Spero di no, però non c'erano tanti sconti a cominciare dalle uova di pasqua da 550 grammi a soli 38 euro...

Il bisnes delle candele*

Questo articoletto continua il resoconto della giornata di ieri, va letto dopo questo. Inoltre, racconta il mio secondo viaggio all'IKEA, è quindi indispensabile leggere il resoconto del mio primo viaggio all'IKEA di Casalecchio di Reno.

Inserisci linkConsci della sarcasmo IKEA (prima ordini il pezzo nuovo spendendo una follia, poi di fianco alla cassa, mentre ti strisciano il bancomat nell'apposita macchinetta, vedi il tuo stesso pezzo col 75% di sconto solo perché è un ex-esposizione) decidiamo, io e due zie, di entrare dall'uscita in modo da poter vedere subito i pezzi scontati: rimaniamo fregati perché non c'è nulla di quello che ci interessa.

A questo punto dobbiamo percorrere l'IKEA al contrario... che casino, un labirinto: girando al contrario, le indicazioni appese non servono! Piano piano arriviamo al bar aziendale dove decidiamo di prenderci un caffé, ma quale?
  • Caffè svedese gratuito, nessuno in fila;
  • Caffè italiano a 80cent, otto persone in fila.
Qualcosa ci ha fatto capire che la tradizione "caffeistica" svedese non dev'essere delle migliori... vada per il caffè italiano. Questo significa che l'IKEA non è riuscita a lavare completamente il cervello degli italiani.

Cosa dovevamo comprare? Io nulla, una zia doveva comprare un non ben specificato tavolo pieghevole, l'altra zia una cassettiera con ruote. L'acquisto del tavolo pieghevole, non essendo ben specificato, è subito finito in un ben specificato dimenticatoio. Sull'acquisto della cassettiera con ruote sono rimasto abbastanza basito sentendo frasi del tipo: "questa è troppo alta ma poi la faccio tagliare dal falegname", "questa non ha le ruote poi le faccio aggiungere dal falegname", "compro le ruote ma mi sa che ci metto quelle che ho già a casa"... Mi chiedo: e se si va direttamente dal falegname a comprare una cassettiera su misura?

Settore mobili finito. Si passa al settore cianfrusaglie rigorosamente costruite in Cina, in Vietnam o in Portogallo: complimenti ai prodotti svedesi. Ora le scatole non vanno più: ci siamo già riempiti le scatole di scatole. Ora vanno molto le candele! Candele di ogni misura e con ogni profumo. Candele neutre o profumate alla mela, alla cannella, alla fragola, al ribes. Candele larghe, strette, alte e basse. Torniamo a casa con almeno trentadue candele (ammetto di aver perso il conto).
A cosa serve una candela? Non c'è più l'Enel di una volta che ti lasciava senza luce per tre giorni e quindi ti servivano le candele per andarti a letto. Oggi risolvono i problemi in poche ore ed eventualmente abbiamo il gruppo elettrogeno cinese. Possiamo dunque dedurre che la candela non serve per illuminare.
A cosa serve una candela addirittura profumata? Serve a coprire gli odori sgradevoli? Piuttosto che coprire il fumo è meglio eliminarlo aprendo una finestra: è comunque tossico anche se nascosto... Quali altri odori sono rimasti? La puzza di merda nel bagno! Accendiamo una candela alla mela ogni volta che andiamo in bagno? Roba che ti piglia fuoco tutto! Molto meglio la bomboletta di Fresh Air...
Allora a cosa servono le candele profumate? Vi riporto questa frase pronunciata da una zia con in mano un pacco di candele profumate alla mela: "Andrea senti se profumano veramente di mela perché io ormai non sento più gli odori"... Allora perché compra le candele profumate?

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* so che si scrive business ma scritto in italiano fa più ridere...

Booom!

Ieri primo incidente automobilistico della mia vita. Tranquilli sto bene; tranquilli la mia macchina rossa è ancora intatta.

Ieri la macchina di mia zia, guidata da mia zia, con me e un'altra zia a bordo ha subito un tamponamento ad uno svincolo a poche centinaia di metri dall'Ikea di Casalecchio di Reno. La botta è stata abbastanza notevole, almeno per me che non ne avevo sentito altre. Una Peugeot 206SW ferma su cui impatta una Volvo V40 non se la passa certo bene. Diciamo che adesso ha la macchina più corta: è facile parcheggiare...

Constatazione amichevole e stretta di mano alla famiglia della Volvo che ha riconosciuto subito l'errore. Però, chi sta davanti dovrebbe fare in modo di non farsi tamponare... Fossi stato io il Volvista mi sarei pure incazzato per quanto fatto da mia zia: dopo essersi fermata al segnale di dare la precedenza è ripartita per poi inchiodare poiché da sinistra proveniva una macchina: visibile anche senza ripartire. Il signore della Volvo ha visto la Peugeot partire ma non rifermarsi perché probabilmente guardava a sinistra... Mi viene quasi da dare la colpa a mia zia per intralcio ed incapacità alla guida...

La stessa incampacità dimostrata durante la guida nel tratto di autostrada a tre corsie tra San Lazzaro di Savena e Cesena. 100km/h costanti in seconda corsia con la prima corsia libera... Automobili, autobus e piccoli camioncini che sorpassavano da destra e da sinistra la Peugeot 206SW suonando il clacson e fissandoci in maniera inequivocabile... lo stesso sguardo che ho io quando guido in autostrata e mi trovo un impedito che non occupa la corsia più a destra...

Ho detto qualcosa a mia zia? No, voglio che sia la Polizia Stradale a dirglielo, comunicandogli anche che ha 5 punti in meno nella patente.

Voglia di lavorare

Sei uno di quelli che gridano "Yes weekend!" ogni venerdì alle 18:00? Prova a seguire i corsi di formazione per apprendisti ed amerai sempre di più il tuo lavoro!

Anche io, come tutti i giovani lavoratori, sono stato assunto con contratto di apprendistato e in queste settimane devo partecipare a dei corsi di formazione: il primo, seguito nell'intera giornata di martedì scorso, riguardava l'organizzazione aziendale.

Inizio alle nove di mattina, siamo poco più di 20. Io ho anche un quaderno con me perché penso serva prendere appunti, idea presto tramontata. Tutti gli altri non hanno nulla con loro, forse sapevano già di cosa si tratta. All'inizio si fanno le presentazioni: nessuno, tranne me, è laureato e la figura di un laureato apprendista sconvolge qualcuno che giustamente si chiede cosa mi è servito andare all'università.

Come già detto, lezione di organizzazione aziendale: cos'è un'organizzazione; cos'è un'azienda; significati di economicità, di efficienza e di efficacia; tipologie di soggetti all'interno dell'azienda; organigramma; tipologie di mercato... Tutte cose che ho già studiato durante:
  1. Lezioni di Diritto al biennio dell'ITIS;
  2. Lezioni di Economia aziendale al triennio dell'ITIS;
  3. Lezioni di Organizzazione aziendale durante i corsi di avviamento al lavoro dell'ITIS;
  4. Lezioni di Economia ed organizzazione aziendale durante il secondo anno di ingegneria.
Se mi impegnavo riuscivo ad anticipare la professoressa che teneva la lezione. Professoressa bravissima e simpatica, ma materia indigeribile. Il tempo non passa per nessuno: si inneggia alla pausa più volte.

Poi alle 17:00 domanda di norma imbarazzante da parte della professoressa: "Meglio essere qua o al lavoro?". Per tutti non c'è nessun dubbio e si alza un coro: "Meglio lavorare!". Ora è la risposta ad essere imbarazzante per la professoressa che tergiversa dicendo: "Sono contenta - significa che vi trovate bene al lavoro".

Lentamente arrivano le 18:00, una liberazione ma la sensazione è strana: è inusuale per me avere la mente riposata e il corpo stanco (c'erano pure le sedie scomode).

Un'opinione al volo su Facebook

Alcuni giorni fa, su un forum in cui faccio il moderatore, mi è stato chiesto se fosse utile pubblicizzare ed ufficializzare sul forum il gruppo omonimo creato su Facebook. Ecco cosa ho risposto:
Io sono su Facebook per essere al passo coi tempi. Non ho messo nulla oltre la mia foto e il link al mio sito internet. Preferisco gestire le mie cose autonomamente (blog e sito internet).

Tempo fa mi ha contattato un amico che non vedevo da sei anni e ci siamo scambiati l'indirizzo di MSN: adesso usiamo quello.

Personalmente ritengo Facebook una cagata azzeccata. Concettualmente è una "cagata" perché permette a chiunque di dare sfogo, sulla rete, al proprio esibizionismo senza aver conoscenze dell'internet stesso (cosa richiesta per crearsi un sito o per mettere su un forum). "Azzeccata" perché sembra avere molto successo al contrario dei predecessori un po' truffaldini che dopo un po' sono diventati ad abbonamento.

Però vedo Facebook molto scarno di contenuti in quanto buona parte dello scambio di informazioni fra gli amici riguarda le segnalazioni di video, di affiliazioni a gruppi più o meno degni di esistere e con contenuto informativo nullo. Tolte queste segnalazioni rimangono solamente album e informazioni personali ovvero tutto ciò che si potrebbe piazzare su un blog o su un sito internet se non addirittura su un forum.