Il Commodore 64

Nei giorni scorsi i blog di mezzo mondo si sono riempiti di articoli inneggianti al venticinquesimo compleanno del Commodore 64. Anche se un po' in ritardo¹ voglio farlo anche io.

Mio babbo ci comprò il Commodore 64 credo nel 1991 o nel 1992. Era inverno perché c'era la nebbia. Lo comprò usato (200.000£) da un tipo di Cannucceto che lo vendeva insieme a due joystick, il lettore di cassette e tante cassette magnetiche i cui c'erano 220 giochi. Mi sa di non averli ancora provati tutti.

Non mi ricordo quasi nulla dei primi tempi col C64 in casa. Gli unici ricordi che ho si riferiscono all'eccitazione di mio babbo convinto che bastasse solo acquistare un computer per diventare programmatori e allo stesso tempo il timore di mio babbo verso "tutti quei tasti": era convinto che esistesse una combinazione di tasti che avrebbe irrimediabilmente bloccato il computer. Anche oggi ha lo stesso timore mentre usa il cellulare o Ubuntu. Evidentemente è colpa delle "nuove" tecnologie.

Mi ricordo i primi tempi quando ogni tanto si provavano i listati presenti nel manuale: 300 righe di codice per far rimbalzare una pallina sullo schermo, se non avevi fatto errori. Ben presto l'eccitazione sparì perché non si diventa programmatori solo copiando il codice: bisogna capirlo! Il linguaggio BASIC non è difficile, ma in quel periodo nessuno di noi aveva la mentalità adatta.

Il nostro Commodore 64 divenne quindi solo una stazione per giochi. Passavo il tempo con gli amici a provare i giochi. Sono pochi quelli a cui ho giocato più di una volta. Il fascino del mio C64 stava appunto nel scoprire giochi nuovi.

Uno dei primi giochi che vidi (cassetta Go Games 7) si chiamava Dungeon. Era una sorta di PacMan in cui il personaggio (non mi ricordo come fosse disegnato) girava in un labirinto (sfondo nero, muri blu) scappando da leoni di colore diverso (blu, giallo, rosso) che sparavano fiamme. Mi ricordo che giocandoci provai una delle prime scariche di adrenalina: ad un certo punto del gioco usciva la strega emettendo una musichetta tipica dei film dei fantasmi. Probabilmente mi si drizzavano pure i capelli quando usciva. Purtroppo non riesco a trovare quel gioco su internet (presumo che il nome Dungeon non fosse quello originale), se qualcuno avesse qualche informazione su come reperirlo...

Mi ricordo inoltre le dispute per i joystick che erano assolutamente troppo fragili. Allora facevo giocare solo chi si portava il joystick da casa: fortunatamente andavano bene anche quelli per il SEGA Master System II.

Poi, piano piano, il C64 cadde in disuso a causa del lettore di cassette che non funzionava più bene fino a quando mio zio, quello più informatizzato della famiglia², ci propose di comprare il suo Commodore 64 completo di lettore di cassette, stampante ad aghi, lettore di dischetti flessibili, 2 joystick, espansione Turbo per velocizzare il caricamento dei dischetti, modem per collegarsi alla rete VideoTel (un antenato di Internet). Tutto per 150.000£ o 200.000£.

Comprammo tutto e ricominciai ad usare il Commodore64. Infatti nei dischetti erano presenti anche applicativi, molto semplici, che però ti permettevano di fare tutto. Inoltre era possibile salvare i propri dati sui dischetti, molto più comodi e affidabili delle cassette a nastro magnetico. Cominciai ad usare il computer più consapevolmente e potevo finalmente dire che il Commodore 64 era meglio del SEGA Master System II perché potevo fare altro oltre ai giochi.

La storia del mio Commodore ha una finale dolce amaro. Imparai a leggere il manuale e quindi a programmare in BASIC ma purtroppo ormai rivolgevo tutte le mie attenzioni solo al Pascal (lo studiavo all'ITIS) e ai giochi (Grand Prix 2 e Duke Nukem 3D) del Pentium di mia zia... Il Commodore 64 e tutti gli accessori finirono presto dentro uno scatolone in soffitta.

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¹ Che poi non ho capito quand'è il suo compleanno. Secondo wikipedia il Commodore è stato presentato nel dicembre 1981 quindi sarebbero 26 anni ed entrato in commercio nell'agosto del 1982 quindi non vedo perché ricordarlo ora che siamo in dicembre.
² Adesso sono io quello più informatizzato della famiglia.

Spegnete il televisore!

Ogni tanto qualche ambientalista ricorda che è importante spegnere gli elettrodomestici, televisore compreso, per evitare che rimangano accese le spie che oramai abbondano in ogni dispositivo.

Nel caso del televisore classico¹ è fondamentale spegnerlo utilizzando l'interruttore generale, non tanto per ideologie ambientaliste, quanto per la durata del televisore stesso.

In figura è mostrata parte dello schema elettrico di un televisore in cui è facile notare il PTC del circuito di smagnetizzazione: è al centro della figura ed è indicato da un cerchio tratteggiato al cui interno sono presenti due resistori (rettagolini) che variano la propria resistenza in funzione della temperatura. PTC significa "Positive Thermal Coefficient" e sta ad indicate che la resistenza del dispositivo aumenta quando la temperatura aumenta.

È facile notare che il resistore di destra è collegato fra i due fili di rete. È quindi sottoposto alla tensione di rete anche quando il televisore è in stand-by. Il PTC conduce corrente e quindi dissipa inutilmente potenza anche quando non si sta guardando la TV. Questa condizione, qualora si protragga per molto tempo, può danneggiare il PTC stesso.

È quindi fondamentale spegnere il televisore dall'interruttore generale ogni qual volta non lo si utilizza. In questo modo è possibile spendere meno, sia in termini di energia elettrica, sia in termini di manutenzione al televisore.

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¹ Fa un po' strano definire "classico" il televisore a tubo catodico. Fino a poco tempo fa era semplicemente "il televisore".

Calmi! Non spingete!

Le voci riguardanti la mia laurea corrono talmente rapidamente che mi sono trovato in casa:
  • due televisori non funzionanti e senza indicazioni riguardo i sintomi;
  • due impianti di lampadine di Natale non funzionanti;
  • la richiesta di riparare il cruscotto elettronico del trattore Ford 6610 II.

Anche se ho studiato ingegneria elettronica e ho preso un bel voto, non è detto che sia in grado di riparare i televisori ed i trattori! Esistono i riparatori senza laurea che, dotati del manuale di riparazione, riescono a risolvere tutti i problemi in pochissimo tempo! Perché pretendere che ci riesca io senza tali documenti? Perché pretendere che un laureato in ingegneria sappia (e voglia) fare queste cose?

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Apro una parentesi sulle lampadine di Natale da montare sull'albero: sono lampadine in serie, ne basta una fulminata perché non vada tutta la linea! Per trovare quella fulminata le devo testare tutte a mano! Sicuri che non convenga comprare tutta la linea nuova con 10€? Poi non portatemi quella vecchia, non me ne faccio niente. Andate all'isola ecologica di Hera e scaricatela a loro.

Un consiglio: se dovete fare un impianto all'esterno, comprate (magari ad una fiera dove lo pagate poco: 1 euro o poco meno al metro) un tubo trasparente con le lucine dentro tipo quello in figura. Poi sigillate bene (con del nastro isolante da elettricista) la giuntura del tubo con i fili; chiudete dentro un sacchetto di nylon la centralina e la presa di corrente, sigillate nuovamente con del nastro isolante da elettricista e siete a posto. Avete un impianto duraturo perché resistente alla pioggia e all'umidità.

Tema per casa

Tema:
Racconta cosa hai fatto ieri.


Svolgimento:
Ieri pomeriggio mi sono laureato. Alle dieci di mattina mi sono svegliato ancora con dei dubbi sulla camicia da mettere. Per fortuna ho trovato una camicia di un rosso un po' sbiadito, come i comunisti moderni, che era abbandonata nell'armadio di mio babbo. Ho saputo poi che l'aveva comprata nelle banchette in piazza ma non se l'era mai messa.

Al pomeriggio sono arrivato in facoltà alle 14.10 e ho subito visto Andrea Giunchi, poi è arrivato Luca Panzavolta con il computer portatile e poi Angelo Facondini.

Poi è arrivata mia zia con la mia macchina fotografica Sony per fare un po' di foto, ma sono venute quasi tutte male. Solo io riesco a fare bene le foto con quella macchina fotografica.

Poi è il turno di Giunchi che spiega, spiega e spiega ma alla fine gli fanno l'applauso quindi qualcuno era rimasto sveglio.

Poi tocca a Panzavolta. Uguale a Giunchi con l'aggiunta della suoneria del cellulare di mia zia che squilla durante la presentazione "drin... drin... ciao... drin... drin... ciao... drin... drin... ciao...".

Poi è il mio turno, il presidente mi dice ho 18 minuti. Parto, spiego, vado bene. Terza slide: panico, dico cose a caso. Quarta slide: mi riprendo fino a quasi alla fine. Nella testa pensieri vari: cazzo sono sempre girato verso il tendone... meglio se mi giro un po' anche verso i prof... cazzo sto muovendo troppo le mani quando parlo... sembro il mio vicino quando racconta le boiate. Quattordicesima slide: mi accorgo che sto per finire e mi sembra di aver appena iniziato (ma non è così). Rallento un po' fino alla fine. Diciottesima slide: ok ho finito. Relax incredibile. Anzi no: sta per arrivare il momento più temuto da tutti gli studenti: le domande dalla commissione. Il prof coi baffetti dice di volermi fare due domande, ma poi sono tre. Bene so rispondere. Domanda da un altro prof. So rispondere anche a questa. Dà soddisfazione rispondere a così tante domande: almeno due prof hanno seguito e non si sono addormentati.

Vado a posto. Mi rilasso. Arriva la fotografa mezza francese che mi vuole scroccare 50 euro per il servizio fotografico. Rifiuto. In tanto parla Facondini che racconta il proseguimento della mia tesi ma io sono già con la testa scollegata. Non mi ricordo una parola di quello che ha detto.

Usciamo tutti fuori in attesa della proclamazione. Torna di nuovo la fotografa mezza francese che vuole fare la foto di famiglia (io con mio babbo che indossa la maglia sponsorizzata dalla ditta degli spurghi) ma non mi pare il caso. Rifiuto.

Mi allontano. Ritorna la fotografa che mi da il suo biglietto da visita facendomi notare per due volte che per telefonarle non devo digitare il +39 perché siamo entrambi in Italia. Ah... per fortuna che me lo hai detto... Tanto non le telefono. 50 euro per 5 foto sono troppi e poi vorrei fare come l'altra volta quando mi ha mandato le foto a casa chiedendomi di mandargli i soldi qualora le avessi gradite oppure di rispedirgliele indietro. Le ho gradite ma mi sono dimenticato di mandargli i soldi...

Si rientra per la proclamazione. "Urbini Andrea, la commissione... bla... bla... con voto 110 con lode". Sti cazzi! Stretta di mano e via. Secondo giro: "Coi poteri conferitimi dalla spada di Greyskull vi battezzo..." eh? no no, forse mi ricordo male. Riproviamo: "Coi poteri conferitimi dal magnifico rettore vi proclamo laureati in ingegneria elettronica e delle telecomunicazioni". Ok ora ci siamo, è tutto finito.

Un po' di confusione un po' di calca. Un po' di complimenti qua e là. Felicità. Testa sconnessa. A chiunque mi dà la mano rispondo grazie senza ascoltare se mi sta facendo i complimenti o se mi sta dando del patacca.

Poi un attimo di sconforto perché penso che è finito il periodo della scuola. Che bisogna cambiare tutto. Ripartire da zero. Poi svanisce tutto. Altre battute e torna l'allegria e il cervello si scollega nuovamente.

Esco dall'aula e vedo una delle immagini più brutte che abbia mai visto: Giunchi in mutante con le pinne e la maschera da sub.

Autolesionismo

È Windows XP stesso a chiedermelo. Lo ha chiesto oggi quando ho cercato di svuotare il cestino. Probabilmente si è reso conto che non è un gran che (a confronto di Ubuntu sull'altra partizione) e si è cestinato da solo.

Non devo mancare a questo appuntamento

"Sistemi di localizzazione UWB: algoritmi di rimozione del clutter per radar multistatico."

12 dicembre 2007
ore 15:20
Via Genova 181, Cesena (FC)
Aula primo piano